Il primo nucleo è di poca longobarda. Assunse la possente forma attuale per volontà di Federico Il di Svevia, mentre le successive dominazioni impreziosirono il castello, come si nota dalle bifore catalana. Trail XIX e it XX secolo subi diversi rimaneggiamenti per le varie destinazioni d'uso avute dopo essere divenuto di proprieta comunale.
Vi sono conservati parte dei reperti provenienti dal Teatro Romano, tra cui la bellissima statua rappresentante Matidia Minore in marmo bigio morato e bianco.
"Hercole che strozza il leone Nemeo". L'opera fu commissionata allo scultore Angelo Solari nel 1825, per festeggiare il completamento del pubblico acquedotto che da Porta S. Biagio portava l'acqua all'interno della città. Ercole era considerato il fondatore mitologico della città.
Il Teatro, di epoca augustea, fu ampliato e ristrutturato nel Il secolo d.C. per desiderio di Matidia Minore, che lo na reso uno dei più splendidi teatri della zona, per la finezza e l'eleganza dei marmi, degli stucchi e dell'intero complesso che poteva ospitare circa 8000 persone.
D'eta sillana, fu riportato alla luce da Amedeo Maiuri nel 1926. Oggi si possono attraversare due dei tre bracci, e sull'intonaco sono presenti numerose iscrizioni riguardanti diversi argomenti.
Situato a circa due chilometri dalla città, collegava Suessa, l'Appía e Sinuessa. Il ponte è costituito da 21 arcate databile in età traianea, conserva in parte la romana pavimentazione in basoli.
Meraviglioso esempio di architettura romanico-cassinese, fu realizzata nel XII secolo con materiale di spoglio proveniente dal Teatro Romano. Rimaneggiata e restaurata nel corso dei secoli, giunta a noi come un perfetto connubio tra le austere mura romaniche e le decorazioni settecentesche. All'interno i conserva un pavimento musivo in opus alexandrinum e un prezioso ambone del XIII secolo.
La chiesa e il convento furono edificati nel 1425 dal duca Giovanni Antonio Marzano. Del complesso si conserva il chiostro quadriportico con volte a crociera ed archi acuti su pilastri, un tempo affrescato interamente con episodi della vita di San Domenico, di santi, vescovi e cardinali di cui sono ancora visibili alcuni resti.
Sul lato nord della piazza Tiberio Massimo, nella quale si ritiene fosse ubicato il foro, possiamo ammirare la medievale Torre di Transo a pianta quadrata, con trifora ad archi acuti e stemma gentilizio.
Il sito è costituito da tre sale ipogee, due rettangolari e una trilobata, da cui si entrava attraverso una porta formata da due poderosi blocchi di pietra calcarea dove si custodiva il tesoro della citta.
Anche detta, anticamente ''de lo burgo'', è affiancata da mura e torri cilindirche su base scarpata. Edificata intorno al 1400, per consentire l'inglobamento del botro inferiore della città, è stata rimodernata intorno al 1750 e rifatta nel 1766 su disegno dell'architetto Giuseppe Astarita.
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